Da giorni infuria la bufera sul costo della vita, che ognuno di noi ha constatato personalmente avere subìto una notevole impennata, a dispetto di qualunque dato statistico ci venga mensilmente propinato.
Euro, maltempo e chissà cos’altro, non importa quale sia la causa, importa di più che chi già non arrivava a fine mese, ci arriva sempre meno, e finalmente ci si è decisi a mettere sotto accusa le modalità con cui l’incremento dei prezzi viene rilevato.
Nel “paniere” Istat nessuno è mai riuscito a vederci chiaro, perchè dalla sua istituzione ha sempre contenuto cose che gli italiani hanno ritenuto poco rappresentative del loro modo di vivere, e a me piacerebbe poterci sbirciare per contestarli uno ad uno questi prodotti sulla base dei quali stabiliamo se e quanto cresce il prezzo del nostro vivere.
Ad esempio, l’assicurazione auto secondo l’Istat pesa per lo 0,31%, ma la maggior parte degli italiani spende quasi 1000 Euro all’anno, guadagnandone circa 15.000, dunque la sua assicurazione pesa per un 6% abbondante.
La stessa Istat ritiene sufficiente che l’affitto di casa pesi nel famoso paniere per il 9%: sinceramente non conosco nessuno di questi italiani che pagano 112 Euro al mese di affitto, anzi sento più spesso parlare di cifre che superano i 500 Euro, ovvero oltre la metà degli stipendi medi.
Forse questo dato è riferito a quanto era previsto dalla legge sull’equo-canone, (quella legge per cui nessuno riusciva più a trovare casa se non comprandosela, dato che i proprietari di immobili da 400 milioni se le tenevano chiuse piuttosto che contentarsi di 200 mila lire, oppure si facevano dare il resto sottobanco).
E le sigarette? Le sigarette monitorate erano (e forse ancora sono) le Nazionali, e quando le Nazionali aumentavano di 10 lire, le altre, Marlboro, Camel, Philip Morris, quelle che la gente acquista, aumentavano di 100 o 200 lire.
Da oltre 15 anni l’Istat controlla il prezzo di beni che non compra nessuno, e su questi pretende di redigere una statistica che rispecchi il tenore di vita degli italiani: roba che se fosse fatta da un qualunque Istituto statistico privato, potrebbe chiudere per sempre.
Non è questo ad indignarmi, non quanto quella serie di idioti che finge di accorgersi adesso del problema.
Il senatore Fassino si solleva e accusa il governo di truffa ai danni degli italiani e dell’Europa, dimenticando che quello stesso paniere-Istat, un’anno fa gli faceva sbandierare i mirabolanti risultati della lotta all’inflazione conseguiti dalla coalizione di governo di cui faceva parte.
Risultati che, alla luce delle nostre considerazioni odierne, in realtà non c’erano, e che non ci saranno perchè non possono esserci, a meno che non si voglia davvero credere ai miracoli.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra.. gli altri per favore, abbiano almeno il buon gusto di stare zitti.
E questo sarebbe già miracoloso.