Ognuno ha i suoi ricordi

Sono cresciuto ammirando due oggetti: un pennello da barba e un orologio; forse il simbolo di ciò che sarei voluto diventare, un uomo adulto o, più inconsciamente, l’uomo che li maneggiava.

L’orologio era originariamente d’oro poi le molte riparazioni lo hanno trasformato in un crogiolo di materiali indistinguibili, di quelli che all’acqua si arrendono anziché resistergli; e sarà stato per il valore, la vulnerabilità o solo per rispetto del suo valore economico, mio padre lo toglieva ogni volta che la sua integrità era a rischio o per dargli la corda prima di andare a dormire scongiurando il rischio che durante la notte smettesse di funzionare, come se dal funzionamento dell’orologio dipendesse la sua vita.

In effetti ogni avvenimento è amministrato dal tempo.

Ho assistito a quel rituale per tutti gli anni dell’infanzia e della gioventù e quando diventato più grande le lancette cominciarono a sperimentare ore più lunghe o più corte dell’accettabile feci un patto con il proprietario: “Regàlami il tuo vecchio orologio e io ricambierò con uno nuovo e… funzionante: “Che te ne fai?” disse lui “Non va più, non c’è che buttarlo!”

E’ vero, la sua incapacità di indicare il tempo presente in maniera attendibile lo rendeva inutile ma nessun altro oggetto  era in grado di segnare con altrettanta perfezione il tempo passato e lo tenni: dopo quaranta anni e più al polso di mio padre si apprestava al pensionamento in uno dei miei cassetti di ricordi.

Quando il quattro agosto di molti anni dopo il telefono squillò la brutta notizia, andai a ripescare quell’orologio nel mobile della cucina, lo strinsi tra le mani, pensai a quanta anima delle persone si infila negli oggetti che gli sono appartenuti, a quella macchinetta da polso dal cui funzionamento era dipesa per anni la vita di papà e viceversa.

Era mattina presto ma feci come se fosse sera: presi a dargli la corda e quasi subito il suo cuore, in quella carcassa che era stata anche d’oro, riprese a battere.

Cinquecentoventicinquemila minuti e più 



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