Crolla l’ascolto radio: un’inesattezza.

radiomonitor-logoIn molti si affannano a scrivere che è disastro per l’ascolto radiofonico italiano, che l’emorragia di fedeli arriva a contare qualcosa come oltre due milioni di ascoltatori.

L’analisi è un po’ superficiale per un paio di ragioni che provo a raccontare:

Molti sommano il numero degli ascoltatori delle radio notando la differenza abissale rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, tralasciando però che una persona può ascoltare più emittenti nello stesso giorno e che anche indicandone due o tre rimane sempre una sola persona.

L’ISTAT ha riveduto al ribasso il numero degli abitanti di  circa un milione di unità ma  il numero stimato di coloro che ascoltano la radio rimane sostanzialmente stabile a 34.786 milioni contro i (ad esempio) 34.821 milioni dell’annuale mobile 2012-2013: ovvero 35.000 ascoltatori in meno, solo; comunque verosimile rispetto al milione di abitanti in meno.

Sommare gli ascolti dei network senza tenere conto delle preferenze multiple ci porta a cifre di oltre 47 milioni di ascoltatori con uno share di circa il 92% che è oggettivamente impensabile e non solo: se a quel numero sommassimo gli ascolti delle radio locali e regionali, l’Italia avrebbe più radioascoltatori che abitanti.

Eppure, mi dico, questi dati sulla popolazione e sul numero di ascoltatori su cui poggia l’indagine sono sempre esposti ben chiaramente sulle pagine con cui vengono divulgati i risultati: possibile che nessuno li legga?

 



1 thoughts on “Crolla l’ascolto radio: un’inesattezza.”

  1. certo che è possibile. Stiamo parlando di aritmetica, una scienza astrusa che gli innumerati rifuggono come il demonio.

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