Ma sono io oppure voi?

Penso di essere tra le persone meno litigiose in circolazione, uno di quelli che dicono più spesso “Si” perchè dire “No” quando non ce n’è ragione, è un impiccio inutile.

Stamattina mi sono svegliato canticchiando qualcosa, succede spesso da alcuni mesi in qua, buon’umore direbbe qualcuno, invece, vista la mareggiata di guai che non accenna a diminuire, sono maggiormente propenso a credere che sia paura, e che il canticchiare sia un modo per farmi coraggio.

Bene, mi sono fatto coraggio e sono andato a comprare una bicicletta.

Entro nel super-mega-fanta (anzi Deca) negozio di articoli sportivi, aperto anche la domenica fino alle 19.30, me le guardo tutte per un’ora, ascolto le informazioni che danno ad altri clienti, uno compra la stessa che ho adocchiato presente in magazzino in due soli esemplari: prendo l’ultima, c’è da aspettare una mezz’ora per la messa in strada, la prendono e la portano verso l’officina.

Dopo un pò mi si fa incontro il tizio e mi avvisa di aspettare un pò di più chè la mia aveva un raggio rotto e l’imprevisto richiede tempo.

Mi avvicino, la mia è là, integra, la gemella venduta al mio predecessore manca di una ruota: faccio osservare che la mia è l’altra, e mi si risponde che devono servire il cliente arrivato prima di me.

“Certo, lo serva pure, ma ovviamente non può dargli la bici che ho scelto io” anche in ragione del fatto che per forza di cose ho dovuto prendere l’ultima e a monte la scelta l’ha fatta l’altro, se poi ha scelto quella rotta non c’è ragione che diano a me la bici riparata.

In senso generale, io non discuto mai, nè di prezzi e nè di altro, vedo, scelgo, se mi conviene compro, altrimenti rinuncio, questa volta però ho avuto la sensazione che si stesse calpestando il mio diritto alla scelta: ho comprato quel prodotto specifico, non un altro.

E’ come se avessi scelto dei pantaloni, facendo attenzione alle rifiniture, che le cuciture fossero dritte, che la stoffa non avesse difetti, che la lampo non si inceppasse, che i bottoni fossero attaccati bene, che le righe combaciassero nelle giunture, e poi arrivando alla cassa, me li sostituissero con un altro paio dello stesso modello ma che non sono quelli che ho scelto.

Mi torna in mente una volta che volevo acquistare una maglietta, lì sul banco ce n’è una, l’appoggio senza indossarla per verificare la misura, dico: “La prendo” e il commesso mi fa “Va bene, ma non questa perchè è già venduta!” benissimo: se ne ha un’altra della stessa misura prendo quella. Ce l’ha.

Pago, e lui mi mette nel sacchetto proprio la maglietta che un’attimo prima ammonendomi, mi ha indicato come venduta: insorgo “Mi perdoni, sarebbe così cortese da darmi la maglietta presa per me dallo scaffale? Questa mi ha detto che era già stata venduta ad un altro cliente!” Mi guarda male, infila nel sacchetto quella giusta, e me ne vado.

Il cliente ha diritto di scegliere la merce che desidera, non certo quella che il commerciante vuole dargli (a meno che non sia così bravo da fargli prendere quello che vuole lui) e questo vale per una bicicletta, una maglietta, le mele al mercato oppure esattamente come per un taxi,

L’ho scoperto da pochi anni, ma.. se in una fila di taxi c’è una vettura che mi piace di più, con un’autista che mi ispira maggiore fiducia, io non sono affatto obbligato a prendere il primo in attesa, ma libero di salire sull’ultima vettura: sancito per legge ho il diritto di scegliere.

Naturalmente sono sciocchezze, che però assumono rilevanza quando dall’altra parte si cerca di privarti di un diritto.. è semplicemente una questione di principio.

Di fronte ad una richiesta educata si rinuncerebbe, ma di fronte alla prevaricazione, mai!

Anche se il dover continuamente discutere per riaffermare i propri diritti mi fa sentire ciò che probabilmente sono: un rompicoglioni!



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